ARCO DEI GAVI

La monumentale architettura d’epoca romana, realizzata nella prima metà del I secolo, fu commissionata dalla Gens Gavia di Verona all’architetto Vitruvio Cerdone, la cui firma, evento insolito, si legge in due iscrizioni presenti sul monumento.

L’Arco fu eretto a Verona lungo l’importante Via Postumia che collegava Genova al Mare Adriatico e poco distante dalle mura della città, un’ubicazione quindi prestigiosa che giustificava il carattere celebrativo dell’opera. Una lastra di marmo sul selciato individua la posizione originaria di fronte a Castelvecchio.
Nei secoli il monumento ha subito varie modifiche: è stato inglobato nelle mura della città in periodo comunale, nel Cinquecento poi è stato addossato a piccoli edifici civili visto che si trovava ad una quota ribassata rispetto al livello stradale, poi durante l’occupazione napoleonica fu smontato e i blocchi di pietra che lo componevano furono collocati all’interno degli arcovoli dell’Arena, dove rimasero per più di cento anni, fino al 1932, quando venne riedificato in una posizione diversa dalla sua originaria collocazione, riferendosi ai disegni di Andrea Palladio, con un criterio di ricomposizione, che avvenne in parte per anastilosi ed in parte per integrazione.
Il monumento prima del nostro intervento era deturpato da numerose scritte vandaliche, patine biologiche e colature di ruggine, inoltre numerosi frammenti erano in via di distacco.
Il restauro ha permesso recuperare il monumento nella sua globalità, anche ripulendolo dalle scritte vandaliche che lo deturpavano, tanto da suggerire l’installazione di illuminazione adeguata e cancellata protettiva onde scongiurare un altrimenti rapido degrado.

Nella stessa zona in cui è stato ricostruito l’arco dei Gavi è stato rinvenuto un prezioso mosaico di epoca romana che abbiamo staccato, restaurato in laboratorio e rimontato su appositi pannelli per la musealizzazione. Oggi lo si può ammirare presso il Museo di Castelvecchio a Verona.